Il caffè riduce rischio di morte per cirrosi epatica

coffee species at risk of extinctionUna nuova ricerca rivela che il consumo di due o più tazze di caffè ogni giorno riduce del 66% il rischio di morte per cirrosi epatica, in particolare la cirrosi causata da epatite non-virale.


I risultati della ricerca, pubblicati in Hepatology, dimostrano che il tè, i succhi di frutta ed i soft drink invece non sono legati al rischio di mortalità per cirrosi. Come per gli studi precedenti, è stato trovato che l'uso di alcol aumenta il rischio di morte per cirrosi.


Un rapporto del 2004 dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che ogni anno l'1,3% del totale mondiale delle morti è causato da cirrosi epatica. Ricerche precedenti avevano dimostrato che 29 milioni di europei hanno una malattia epatica cronica, e 17.000 decessi ogni anno sono attribuiti alla cirrosi. In più i rapporti dell'OMS dichiarano che la cirrosi epatica è l'undicesima causa di morte negli Stati Uniti.


"Prove precedenti suggeriscono che il caffè può ridurre il danno epatico nei pazienti con malattia epatica cronica", ha detto il capo ricercatore, dottor Woon-Puay Koh della Duke-NUS Graduate Medical School di Singapore e dell'Università Nazionale di Singapore. "Il nostro studio ha esaminato gli effetti del consumo di caffè, alcool, tè nero, tè verde, e bevande analcoliche sul rischio di mortalità da cirrosi".


Questo studio prospettico sulla popolazione, noto come The Singapore Chinese Health Study, ha reclutato 63.275 soggetti cinesi di età compresa tra i 45 e i 74 anni che vivono a Singapore. I partecipanti hanno fornito informazioni su dieta, scelte di vita e storia medica durante le interviste personali condotte tra il 1993 e il 1998. I pazienti sono stati seguiti per una media di quasi 15 anni, durante i quali ci sono stati 14.928 decessi (24%); 114 di loro sono morti per cirrosi epatica ad un'età media di 67 anni.


I risultati indicano che quelli che bevevano almeno 20g di etanolo al giorno avevano un rischio maggiore di mortalità per cirrosi rispetto ai non-bevitori. Al contrario, l'assunzione di caffè è stata associata ad un rischio minore di morte per cirrosi, in particolare per la cirrosi da epatite non-virale. La steatosi epatica non alcolica (NAFLD), una malattia epatica cronica correlata alla sindrome metabolica e ad uno stile di vita benestante più sedentario, probabilmente predomina tra il gruppo di cirrosi correlato all'epatite non-virale.


In effetti, i soggetti che bevevano due o più tazze al giorno avevano un rischio di mortalità inferiore del 66% rispetto ai non bevitori giornalieri di caffè. Tuttavia, l'assunzione di caffè non è associato a mortalità da cirrosi legata ad epatite B virale.


"Il nostro studio è il primo a dimostrare una differenza degli effetti del caffè sulla mortalità per cirrosi correlata a epatite non-virale e virale" conclude il Dott. Koh. "Questa scoperta chiarisce i risultati apparentemente contrastanti degli effetti del caffè negli studi occidentali e asiatici sulla morte per cirrosi epatica. La nostra scoperta suggerisce che, anche se il beneficio del caffè può essere meno evidente nella popolazione asiatica dove predomina attualmente l'epatite B virale cronica, questo dovrebbe cambiare visto che l'incidenza della cirrosi da epatite non-virale dovrebbe aumentare in queste regioni, accompagnando il crescente benessere e l'occidentalizzazione degli stili di vita nelle popolazioni più giovani".


Questo studio è stato finanziato dal National Institutes of Health.

 

 

 

 

 


Fonte:Wiley  (>English text) - Traduzione di Franco Pellizzari

Riferimenti: George Boon-Bee Goh, Wan-Cheng Chow, Renwei Wang, Jian-Min Yuan, Woon-Puay Koh. Coffee, alcohol and other beverages in relation to cirrhosis mortality: the Singapore Chinese Health Study. Hepatology, 2014; DOI: 10.1002/hep.27054

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